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"Non c'è più"

2018

Angolo bianco, vestito rosso, secchio di ferro zincato, uova piene di Sangue, audio (Siri), piezo.

Testo di Gaia Fattorini

Mostra: Vale Palmi - Contra Me Giusto

Labs Gallery Bologna

2 febbraio - 23 marzo 2019

(...) La panoplia è ampia e Vale Palmi ricorre di volta in volta agli strumenti più adatti. Con una conseguenza inevitabile: e cioè che la corposa consistenza oggettuale delle opere, scivola verso la smaterializzazione cristallizzata nelle fotografie esposte.

 

Le foto, proseguono la gravità immanente dell’azione, fissando la performance nel ricordo. I confini tra l’ambito privato, il vissuto personale dell’artista, si confondono e si mescolano con la sfida che propone al pubblico, obbligando lo spettatore ad affrontare le proprie paranoie sociali tipiche di questi anni iper digitalizzati, ma anche a pescare nelle sue paure più nascoste, che escono fuori da secchi a volte senza fondo, a volte pieni di fango o di uova ricolme di sangue.

 

È in questo contesto che fa il suo ingresso in scena il corpo dell’artista, vestito di rosso, nella perfezione dei suoi vent’anni diventa misura del tutto, del giusto e dello sbagliato, del bene e del male, del lecito e dell’illecito, del decente e dell’osceno. Per dare una nuova e potentissima oggettività alle paure sopite.

Come ad esempio andare a ricercare quella volta che, da bambino, i genitori hanno detto “non c’è più”, per giustificare la morte di qualcuno, un parente o un animale domestico.
Non c'è più è una frase volta a togliere la corporeità alla morte, a renderla una delle tante esperienze virtuali, cerca di ridarle spessore attraverso il lancio a terra di uova piene di sangue, come una testa che si frantuma e come se la ripetizione del gesto, cadenzata dalla voce metallica di Siri che ripete ossessivamente la frase che da il titolo all’opera, fosse una catarsi alla disperata ricerca della rielaborazione del trauma del lutto. (...)

In occasione della mostra personale sono state esposte quattro fotografie della performance

In linea con il concetto di "Irritarte" caro a Lea Vergine c'è chi, Vale Palmi, strapazza uova gravide di sangue, accompagnata da una voce robotica, tipo smartphone, che ad intervalli regolari ripete "non c'è più" (dietro ad ogni artista ci sarebbe una mancanza, una perdita). (...)

 

Bruno Benuzzi, Umano + o - : Memoria sovraccarica, 2018

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