Si Deus pro Nobis, Quis contra Nos?
Dittico installativo
Si Deus pro Nobis, Quis contra Nos? è un dittico installativo il cui titolo deriva dall’estratto della frase di San Paolo nella Lettera ai Romani. “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”: possiamo affermare lo stesso oggi? Le figure di Vitale e Agricola sono state scelte da Vale Palmi come simbolo della forza del martirio, con quell’ammirazione – da parte dell’artista – per chi sa difendere la propria posizione anche attraverso la violenza, fino a giungere alla Morte. Viviamo in una società dereligionizzata, che crede del Nulla dopo la Morte.
Cosa ne sappiamo noi contemporanei occidentali del martirio? Come possiamo capire la fede dei due martiri? Quella moderna è un’epoca nichilistica in cui Dio non esiste più, ucciso dagli uomini e dalle loro tecnologie. Se non si crede più nell’Aldilà, quale sarà allora il nostro atteggiamento in vita? Citando Vettor Pisani: ‘l’uomo moderno deve recuperare la propria tragicità, la propria drammaticità. Una società come la nostra, che pensa solo alla vita o al sopravvivere – che è anche peggio –, sottrae e censura il rituale della morte. Oggi la morte è diventata invisibile. È necessario ristabilire il sentimento del tragico, perché la vita è tragica e cancellare il suo destino di drammaticità è un tentativo di alienazione’. Ed è proprio in questa prospettiva che si colloca uno dei pilastri della ricerca artistica di Vale Palmi, ovvero l’Elevazione della Morte.
La performer invita il pubblico ad entrare in contatto con essa, con le sue manifestazioni e con le sue conseguenze; si oppone alla sua rimozione rendendola socialmente accettabile; propone un diverso approccio a ciò che solitamente viene rifiutato, offrendone una lettura ‘positiva’ pur rimanendo fedele alla sua essenza. Lo stesso criterio viene applicato anche alla Materia: la nostra cultura è igienica, propende per la pulizia del virtuale contro la sporcizia del materiale, applicando una sorta di epurazione, smaterializzando la carne a favore di corpi eterei. Vale Palmi, attraverso la forma, opera una catarsi che purifica e rende gradevoli immagini solitamente ripugnanti; scopre e mostra la bellezza in ciò che è brutto, presentandolo al naturale.
A tale scopo ritroviamo in molte delle sue performance, compresa questa, l’uso della latta, del fango, del sangue e dei cadaveri. Angoli e secchi sono i luoghi dove si svolgono le vicende che Vale Palmi mette in scena; micromondi protetti, raccolti, ma anche aperti, dove tutto quello che viene definito Osceno (nel senso di O-sceno: fuori dalla scena, che va tenuto nascosto) può avvenire. Sono i posti che contengono, proteggono ed espongono elementi organici turpi, al di fuori delle norme sanitarie, come, per l’appunto, fango, sangue e cadaveri. Sono altresì spazi inviolabili dove si accumulano elementi triviali, sentimenti dolorosi ma goduti e temi spinosi che vengono ribaltati in positivo rispetto a una visione indecente per la morale comune. Si chiarisce così un altro dei capisaldi della ricerca di Vale Palmi, ovvero la Riesumazione dell’Osceno.
Maria Chiara Wang
Quis contra Nos?
2019
Angolo bianco, due secchi medi di ferro zincato, due teste di Agnello, cuffia con audio, fascia protettiva di Fango denso.
Quis contra Nos?
Un Angolo bianco, due piccoli secchi di ferro zincato: reliquiari. Le teste di Vitale e Agricola sono poste al loro interno: teste di Agnello, una per secchio. Coloro che vorranno prendere posizione e decideranno di ascoltare le parole dei protomartiri, dovranno superare una fascia di protezione e rispetto costituita da alte zolle di terra bagnata.
In questa seconda parte del dittico “Si Deus pro Nobis, Quis contra Nos?”, rispetto alla prima più distopica e nichilista, si ha una rivalsa, una rinascita, di Vitale e Agricola che sfidano e interagiscono attivamente con lo spettatore. L’Angolo torna ad aprirsi e a essere Angolo, i secchi sono di nuovo in piedi e le reliquie poste al loro interno. Il Corpo ritorna col suo odore per farsi sentire dallo spettatore. Una volta superata la barriera di fango, gli astanti, giunti all’interno del reliquiario-angolo, potranno vedere le teste dei martiri (la Parte per il Tutto) e potranno ascoltare, attraverso delle cuffie, le parole di Vitale e vivere la determinazione di chi non vuole abiurare. Per potersi avvicinare e parlare con i Morti bisogna essere sensibili, prendere una posizione seria, rispettosa e predisposta all’ascolto. La fascia di rispetto e protezione, costituita da zolle di terra, fa qui riferimento alla vicenda di Bonifacio VIII e all’interramento della Chiesa. I martiri, che sono lì per noi, rappresentano la Vita dopo la Vita.
Questa installazione diventa, così, un’ulteriore testimonianza della negazione della Morte come comunemente intesa e propone una nuova ritrovata Spiritualità atta a sconfiggere il capitalismo ed il consumismo.
Maria Chiara Wang
Si Deus pro Nobis
2019
Angolo Bianco, muretto di mattoni di Gasbeton, due secchi grandi di ferro zincato ribaltati, targhette da reliquiario incise, audio con casse acustiche piccole nascoste (Siri prega).
Estratto dal testo di Rebecca Ardizzoni
Mostra: Restituit
Fondazione Zucchelli, Bologna
Maggio 2019
(...) Un suono, percepibile fin dall’ingresso della sala, ci riporta alla realtà: un robot che prega. Che speranza può avere? Un automatismo si impossessa di parole di fede, simbolo della nostra società dereligionizzata, nella quale la frase “Si Deus pro nobis, quis contra nos?” (“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”) non ha più lo stesso significato che aveva per i martiri Vitale e Agricola. Si Deus pro Nobis: due secchi ribaltati, chiusi, con i nomi dei santi incisi, l’angolo murato, negato è il contatto con il divino. Il gesto radicale dei due martiri, morti per difendere la propria fede viene solennemente e rispettosamente ricordato. E l’uomo contemporaneo? (...)